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Pesci

(47 specie)

Essendo il Parco del Ticino un parco fluviale, la fauna ittica non può che avere una rilevanza particolare nella gestione faunistica.

Il lavoro più recente, che tiene comunque conto di quelli passati, relativo ai pesci del Ticino è la carta ittica della Provincia di Milano (2007). In essa si riporta il rinvenimento di 47 specie ittiche, di cui 17 esotiche e 30 autoctone. Tra queste ultime vi sono endemismi italiani che si trovano in stato di declino e che la legge impone di proteggere.

Tra le specie minacciate ricordiamo: la Trota marmorata (un tempo la regina di questo fiume), il Pigo e lo Storione cobice.

SCHEDA: Trota marmorata (Salmo trutta marmoratus)

La Trota marmorata ha un corpo affusolato con la bocca di notevole dimensione in posizione mediana e con una dentatura ben sviluppata. Si tratta di un predatore di taglia grande, può superare il metro di lunghezza e pesare più di 20 kg. La livrea di questo pesce è molto caratteristica: di colore grigio giallo sul dorso e sui fianchi, andando a creare il classico disegno marmoreggiato che le dà il nome.

La trota vive nei tratti pedemontani dei corsi d’acqua, contraddistinti da portate elevate e acque limpide, fresche (normalmente a temperatura inferiore a 16°C) e ben ossigenate, con corrente sostenuta o moderata, fondali ciottolosi e ghiaiosi.

La maturità sessuale è raggiunta a 3 anni dal maschio e a 4 dalla femmina. Il periodo riproduttivo, nelle nostre acque, va da dicembre a gennaio.

Questo salmonide è endemico degli affluenti di sinistra del Po e dei corsi d’acqua che sfociano nell’Alto Adriatico.

Già lo studio sulla fauna ittica del 1999 aveva messo in evidenza la situazione critica in cui versava la Trota marmorata, situazione che è stata poi confermata dalle indagini successive.

Le cause della riduzione delle popolazioni di questa specie sono state individuate nei seguenti fattori (artificializzazione dell’alveo e delle sponde dei corsi d’acqua; frammentazione dei corridoi fluviali; impoverimento delle portate idriche; aumento della temperatura dell’acqua; inquinamento genetico; pesca; introduzione di specie esotiche; presenza di uccelli ittiofagi).

La Trota marmorata è inserita nell’Allegato II della Direttiva Habitat come specie di interesse comunitario per la quale è richiesta la designazione di zone speciali di conservazione. Inoltre è considerata specie “IN PERICOLO” nella Lista Rossa dei pesci d’acqua dolce indigeni italiani.

Nel 2001 il Parco Lombardo della Valle del Ticino è stato protagonista del programma LIFE natura “Conservazione di Salmo marmoratus e Rutilus pigus nel Fiume Ticino”, riguardante anche il Pigo, terminato poi nel 2004.

SCHEDA: Storione cobice (Acipenser naccarii)

È una specie endemica del bacino del Mare Adriatico, dove frequenta coste settentrionali ed orientali: si trova nell’Alto mare Adriatico e nei fiumi Po e affluenti, Adige, Brenta, Piave, Tagliamento. Ha un corpo slanciato percorso da cinque serie di scudi ossei. Possiede un muso corto, largo e arrotondato all’apice con bocca ventrale sopra la quale sono inseriti 4 barbigli a sezione circolare.

È l’unica specie di storione autoctona a sopravvivere nelle nostre acque;

Lo Storione cobice (o di Naccari) è un pesce anadromo (vive in mare negli estuari dei fiumi e prima del periodo riproduttivo risale i corsi d’acqua per deporre le uova in acqua dolce).

Nello studio sulla fauna ittica del 1999 non fu catturato nessun esemplare di Storione cobice, ma ne fu segnalata la presenza grazie ad osservazioni subacquee e di pescatori. Anche fuori dal nostro territorio lo Storione cobice si trova in situazioni preoccupanti.

Le cause che hanno portato alla scomparsa dello Storione ladano e comune e alla drastica riduzione del cobice sono diverse (il prelievo dovuto alla pesca professionale; la costruzione di dighe; l’inquinamento delle acque; il degrado dell’habitat; il bracconaggio).

Lo Storione cobice è una specie definita prioritaria per la quale è necessario intervenire per la sua salvaguardia e per la quale bisogna designare zone speciali di conservazione. È menzionato nella Lista Rossa della IUCN come specie VULNERABILE all’estinzione ed è stato istituito un gruppo di esperti per la sua conservazione (Sturgeon Specialist Group).

Il Parco del Ticino ha avviato il programma LIFE natura “Conservazione di Acipenser naccarii nel Fiume Ticino e nel medio corso del Po” (2003-2006).

Inoltre lo Storione cobice, insieme ad altre specie, è oggi protagonista del progetto LIFE+11/nat/it/188 “Ripristino della connettività del bacino del Po per la libera migrazione di A. naccarii e altre 10 specie in All.II”. Tale progetto, iniziato nel 2013, è finalizzato alla conservazione di tutte le specie ittiche native del tratto medio-basso del Po e del suo bacino idrografico sotteso.

SCHEDA: Luccio (Esox flavius)

Il luccio, considerato il predatore per eccellenza tra i pesci, ha un corpo molto allungato e un muso a forma di becco d’anatra. Può arrivare al metro e mezzo di lunghezza. Il suo habitat sono le acque dolci con corrente lenta o stagnante e ricche di vegetazione acquatica, essenziale per la sua sopravvivenza, ma lo ritroviamo anche in zone costiere a bassa salinità. Il luccio utilizza come tecnica di caccia l’agguato: si mimetizza tra le piante acquatiche rimanendo immobile per poi scattare all’improvviso sulla preda grazie ad un potente colpo di coda.

Da uno studio del ’99 effettuato dal Parco del Ticino è stata riscontrata una diminuzione delle popolazioni di questa specie in alcune zone del fiume. Per questo motivo da alcuni anni l’Ente si impegna nella riproduzione artificiale di questi animali e del successivo ripopolamento nel corpo idrico. I ripopolamenti di questa specie hanno portato ad un riscontro positivo: è possibile notare esemplari di taglia ridotta nei siti di rilascio a dimostrazione che questa tipologia di interventi funziona.

Il Pigo è un pesce dal corpo slanciato ma robusto, ovaliforme e compresso lateralmente. Possiede grosse scaglie cicloidi. La testa, rispetto al resto del corpo, è piuttosto ridotta. Esibisce una livrea piuttosto scura che tende a schiarirsi sui fianchi dove presenta riflessi bronzei o dorati; è invece biancastra sul ventre con sfumature argentee.

Predilige acque lente e profonde dove forma gruppi numerosi. La specie viene ritrovata anche in ruscelli, canali e fontanili, comunicanti con fiumi più ampi, presenza questa da ricondurre ad eventi eccezionali di piene.

La specie, endemica del bacino padano, è fortemente in declino, tanto che nel 2001 il Parco è stato il promotore di un programma LIFE dedicato anche a questa specie: “Conservazione di Salmo marmoratus e Rutilus pigus nel Fiume Ticino”, in cui sono state approfondite le conoscenze riguardanti questo pesce. Inoltre, è tuttora in corso una altro progetto LIFE in cui rientra questa specie: “Ripristino della connettività del bacino del Po per la libera migrazione di A. naccarii e altre 10 specie in All.II”.

Il Barbo comune ha un corpo fusiforme con un profilo ventrale quasi rettilineo e quello dorsale arcuato. Ha un capo allungato ed appuntito. La colorazione del corpo è bruna o bruno-verdastra sul dorso e chiara sui fianchi e sul ventre.

Questa specie predilige acque limpide, fresche a corrente vivace e fondo ghiaioso. Si muove in gruppi in prossimità del fondo, dove ricerca il proprio cibo.

La specie rientra anch’essa nel progetto LIFE+11/nat/it/188 “Ripristino della connettività del bacino del Po per la libera migrazione di A. naccarii e altre 10 specie in All.II”, finalizzato alla conservazione di tutte le specie ittiche native del tratto medio-basso del Po e del suo bacino idrografico sotteso.

La Savetta ha corpo relativamente sviluppato in altezza ed una testa dal profilo appuntito. La bocca ha il margine inferiore duro, corneo e tagliente. La livrea è grigio scuro o grigio-bruno. Predilige le acque profonde, ben ossigenate. La ritroviamo anche nei grandi laghi. Questa specie ha abitudini gregarie. Si tratta di un animale endemico del bacino padano.

La Savetta fa parte delle specie inserite nel Progetto LIFE “Ripristino della connettività del bacino del Po per la libera migrazione di A. naccarii e altre 10 specie in All.II”.

La Lasca ha un corpo slanciato e una testa dal profilo appuntito, la lunghezza massima raggiunta da questa specie è di 20 cm. La livrea è di colore grigio con riflessi metallici, presenta una banda scura laterale in posizione mediana. Vive nei corso medio e medio-superiore dei corsi d’acqua principali.

La specie è attualmente oggetto del LIFE “Ripristino della connettività del bacino del Po per la libera migrazione di A. naccarii e altre 10 specie in All.II”.

Il Siluro è nativo dell’Asia e dell’Est Europa, mentre è stato introdotto in Belgio, Olanda, Francia, Inghilterra, Spagna, Italia. Questo animale ha un corpo allungato e appiattito, cilindrico solo posteriormente con una testa abbastanza sproporzionata terminante con una grande bocca. La pelle è completamente priva di scaglie ed è ricoperta da abbondante muco.

La prima segnalazione di questa specie nel nostro paese risale al 1956, nel Fiume Adda, dove è stato catturato un individuo lungo più di un metro.

Le prime presenze in Po sono documentate nell’anno 1968. Dal 1980 il Siluro si è ampiamente diffuso nel medio e basso corso del Fiume Po e negli anni successivi ha colonizzato vari corsi d’acqua, tra cui il Ticino. Essendo un animale notevolmente adattabile e di dieta generalista non ha avuto grossi problemi e si è diffuso velocemente.

Gli studi compiuti durante i programmi LIFE hanno chiarito alcune delle caratteristiche di questa specie: ha accrescimento rapido e raggiunge notevoli dimensioni; è un vorace predatore opportunista fin dai primi anni di vita; ha abitudini notturne; il suo periodo riproduttivo si protrae per vari mesi; il successo riproduttivo è favorito dalle cure parentali che adopera sui piccoli.

Il Parco, in collaborazione con GRAIA srl, effettua campagne di contenimento di questa specie e di altre esotiche (es. Aspio). Il contenimento del Siluro è parte dei progetti LIFE riguardanti la Trota marmorata, il Pigo e lo Storione cobice.