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Stagione ‘Silvana’: in calo le richieste di taglio boschi

Stagione ‘Silvana’: in calo le richieste di taglio boschi

Stagione ‘Silvana’: in calo le richieste di taglio boschi

Stagione silvana:in calo la richiesta di taglio dei boschi 
Per favorire il recupero dell’attività bloccata dal Covid19, Regione Lombardia ha prorogato i termini per l’esbosco delle piante abbattute al 21 maggio 2020. Il Parco ha deliberato la non applicazione degli oneri istruttori per quest’anno
Magenta, 11 maggio 2020 – La richiesta di taglio boschi nel Parco del Ticino registra in questa stagione un calo di circa il 20% rispetto all’anno precedente. Oltre il 70% delle richieste riguarda la provincia di Varese e solo il 10% i boschi nella provincia di Pavia. Sono alcuni dei dati emersi al termine della Stagione Silvana, ovvero la stagione di taglio dei boschi nel Parco del Ticino che va dal 15 di ottobre al 31 di marzo di ogni anno, interrotta prematuramente dall’emergenza COVID-19 lo scorso 8 marzo.
“Nella stagione appena ultimata le denunce o istanze di taglio, ovvero le richieste presentate da chi vuole tagliare il bosco, sono state complessivamente 713, – spiega il consigliere del Parco del Ticino massimo Braghieri – con un forte decremento percentuale pari al 19,62 % rispetto alle 887 domande presentate nella stagione di taglio 2018-2019 (832 nel 2017-2018). Probabilmente il blocco delle attività ha inciso in modo significativo”.
In questo conteggio rientrano anche le domande di taglio di sole piante morte pari a 108 (erano 170 nell’annata precedente) e le domande di tagli “manutentivi”, ovvero quelle per il taglio di piante potenzialmente pericolose per strade, ferrovie, opere idrauliche, infrastrutture quali gli elettrodotti, o anche abitazioni che sono risultate 59 nel complesso (103 nel 2018-2019).
In quest’ultimo caso il taglio può avvenire subito dopo la presentazione della domanda di taglio, sotto la diretta responsabilità del richiedente, quindi non è prevista l’uscita del tecnico, ma permane la possibilità di un controllo da parte delle strutture di vigilanza.
Dal punto di vista della localizzazione, il 72,37 % delle domande presentate ha interessato boschi in provincia di Varese (516 istanze), il 17,39 % boschi dell’area metropolitana di Milano (124 istanze) e solo il restante 10,24 % ha riguardato boschi siti in provincia di Pavia, 73 istanze. Questa distribuzione deriva sia dalla diversa presenza di boschi nelle diverse aree geografiche del Parco, 45 % dei boschi sono in provincia di Varese, il 25 % Milano ed il 30 % in provincia di Pavia, sia per la diversa dimensione delle proprietà: piccole proprietà nell’alta pianura varesina e milanese, sino al canale Villoresi, grandi proprietà nella valle del Ticino, soprattutto a Pavia e Milano.
Rispetto alle dimensioni delle aree assoggettate al taglio, ben il 53,3% delle domande ha riguardato superfici tra 1000 e 5000 mq (380 istanze), il 19,21 %  circa domande sotto i 1000 mq (137 istanze), il 25,67 tra 5000 mq e 20000 mq (183), mentre solo l’1,82 %  ha interessato tagli sopra i due ettari (20.000 mq)  (13 istanze).
La validità delle autorizzazioni è di due anni, ed il 13,60 % delle domande (97 istanze) ha riguardato la richiesta di rinnovo dei tagli non ultimati nel biennio precedente.
“Per favorire un recupero delle attività, nella fase 2 dell’emergenza sanitaria – conclude il consigliere Massimo Braghieri -, Regione Lombardia con Decreto n. 5155 del 30 aprile 2020 ha prorogato il termine per l’esbosco delle piante abbattute sino al prossimo 21 maggio per tutto il territorio di pianura, e  il Parco con delibera n. 56 del 28 aprile 2020 ha disposto per la presente annualità la non applicazione degli oneri istruttori per il rinnovo delle autorizzazioni e le deroghe ai termini della stagione di taglio dei boschi, siepi e filari per le piante pericolose.
NON TUTTI SANNO CHE…
Forse non tutti sanno che anche nei Parchi si possono tagliare i boschi. Il motivo può essere la produzione di legna, la cura
o la rinnovazione del bosco, il controllo delle specie invasive o la messa in sicurezza di strade o case.
Sebbene tagli fatti male o scriteriati possano risultare molto dannosi per l’ecosistema, è importante il modo
con cui l’intervento viene realizzato, quali e quante piante si tagliano. Esso deve essere rispettoso delle regole vigenti
e dell’ecosistema, nell’interesse dei proprietari e della collettività.
Nel Parco del Ticino le norme da rispettare sono contenute principalmente nel Piano di Settore Boschi del Parco,
nel Piano di Indirizzo forestale (PIF) di Besnate e nel Regolamento regionale (r.r. 5/2007).
Il Parco ha stabilito che tutti i tagli di utilizzazione ed i diradamenti siano seguiti da tecnici forestali che individuano
le piante da tagliare e quelle da conservare e rilasciano una specifica autorizzazione, garantendo così la corretta
applicazione delle regole. In seguito i soggetti deputati al controllo (Guardiaparco, Carabinieri Forestali,
Guardie Ecologiche Volontarie), vigileranno sulla corretta applicazione delle autorizzazioni.