Questa specie in è di origine Sudamericana, assomiglia a un grosso topo d’acqua tozzo e lento. Sul muso sono evidenti dei “baffi” e la coda è per lo più nuda. Frequenta zone umide, in acque sia correnti che ferme. Si tratta di una specie erbivora nutrendosi di foglie, radici, tuberi, rizomi, ninfee bianche, germogli di canna palustre. Le femmine vivono in gruppo e sono spesso imparentate.
Questo animale arrivò nell’Area Protetta negli anni ‘80, quando dopo la sua importazione in Italia per la realizzazione di pellicce non prese piede e gli allevatori decisero di liberare gli animali.
In particolare, si ricorda un rilascio effettuato a Vigevano in cui da un giorno all’altro vennero avvistate nella zona decine di nutrie.
Non avendo competitori naturali e producendo fino a 9 cuccioli all’anno, la nutria ha colonizzato la maggior parte dei canali, delle rogge e dei fiumi, anche nel bel mezzo di centri abitati.
La sua presenza causa:
L’animale inoltre è portatore di malattie che possono essere trasmesse all’uomo.
Per cercare di ridurre gli effetti provocati da questa specie l’Ente ha messo in atto campagne di abbattimento e catture con successiva eliminazione dei soggetti presi. Sembra però che la popolazione risponda in modo compensativo a questi interventi producendo un maggior numero di piccoli.